Quanto tempo ci vuole per fare un trasloco?
Quanto tempo occorre per fare un trasloco? Nel 99,99 per cento dei casi la risposta è sempre la stessa, ossia “dipende”. Sicuramente, chi ci ha lasciato in eredità quest’espressione vaga e destabilizzante ci ha visto lungo; dal momento che la buona riuscita di un trasloco “dipende” da tantissimi fattori, oggettivi o soggettivi che siano. Fare un trasloco può trasformarsi in un affare complicato, che sottrae tempo ed energie utili da investire in ulteriori compiti prioritari. Per evitare di trovarsi in preda all’ansia e allo stress è importante organizzare un piano d’azione, che abbia cura dei dettagli.
Fare un trasloco: quanto distano i due edifici?
Il piano d’azione da seguire per lo svolgimento del trasloco non può prescindere dalla considerazione dei fattori chiave che ne garantiscono o compromettono la realizzazione. In primo luogo, bisogna considerare la distanza effettiva che sussiste tra l’edificio da lasciare e quello da raggiungere. Se si tratta di poche centinaia di metri, si può valutare di effettuare gran parte del trasloco con mezzi propri, magari facendosi aiutare da amici e parenti; in un solo giorno si riusciranno a fare diversi viaggi. Se invece si cambia città, bisogna organizzarsi con mezzi professionali e condensare il tutto; andare avanti e indietro non è proponibile.
Tra l’altro, è importante tener presente se l’abitazione è facilmente raggiungibile; se è ubicata centralmente o in periferia, se è posta a piano terra o su piani alti. Ancora se si dispone di un montacarichi, di un ascensore oppure se la tromba delle scale è tale da permettere la conduzione agevole di quanto trasportato (come elettrodomestici, mobili, sedie, etc.).
Selezione dei beni da trasportare
In secondo luogo, bisogna considerare il volume del trasloco, ossia la quantità di beni che deve essere trasferita da un posto all’altro. Una corretta quantificazione necessita di una selezione. Da un lato bisogna quantificare tutto ciò che è utile, necessario e che si potrebbe rivelare vantaggioso anche nella propria nuova “vita”. Dall’altro bisogna raggruppare tutto ciò che non solo magari non è stato mai utilizzato, ma non è nemmeno gradito alla nostra vista; e ancora anche tutti quei beni ormai vecchi e in disuso, che hanno fatto più di quel che potevano.
Quindi, la regola n° 1 della selezione è sbarazzarsi del superfluo così da alleggerire il nostro carico. La regola n° 2 risiede nella catalogazione dei beni;una volta assemblati per genere (con classificazioni come fragile, quotidiano, lavoro, cucina e simili), vanno imballati e inscatolati con le apposite etichette identificative. Non dimenticatele e non sottovalutatele; soprattutto siate precisi con le descrizioni. Scrivere “vestiti” potrebbe essere fuorviante; indicate di ci sono, a stagione in cui si usano e dove erano riposti.
Con l’applicazione di questo metodo, una volta arrivati a destinazione sarà facilissimo individuare il materiale da predisporre per la sua sistemazione.
Fare un trasloco: quanto tempo occorre in concreto?
In linea di massima, il maggior dispendio di tempo risiede principalmente in 3 fasi; ossia nell’imballaggio dei singoli oggetti, soprattutto se sono di natura delicata. Poi nello smontaggio dell’arredamento e nella predisposizione dello stesso nel nuovo edificio. Generalmente, soltanto per queste attività si impiegano circa 8 – 12 ore. Mentre per quanto riguarda la durata effettiva da percorrere tra le due abitazioni può concentrarsi in un arco temporale compreso tra le 24 e le 48 ore. Lungo questo orizzonte temporale sono compresi il montaggio e la posa in opera dell’arredamento. Un discorso a parte merita la sistemazione dei singoli oggetti imballati e inscatolati, in quanto essa è direttamente legata al tempo materiale di cui dispongono i componenti che risiedono nell’abitazione, soprattutto se sono tutti impegnati lavorativamente fuori dalle mura domestiche.